Premetto che gioco ai Souls dal lontano 2013, quindi sono vincolato emotivamente a From, ma cercherò, in questa recensione, di mantenere uno sguardo obiettivo.
Iniziamo con il dire che Elden Ring è effettivamente un gioco eccezionale e validissimo, ma non è privo di difetti, a volte anche rilevanti.
Partendo da ciò che funziona nella nuova creatura di From:
- l'estetica di ER è sublime: dai paesaggi alle armature, dalle architetture ai nemici, tutto è costruito con coerenza assoluta e certosina attenzione. I paesaggi dell'Interregno sono i migliori mai visti in un Souls.
- Il sistema di combattimento, pur rimanendo nel solco tracciato da DS 3, è solido e divertente: sono state introdotte alcune novità degne di nota ed in grado di aggiornare un impianto relativamente ancorato al passato. Sensibili i progressi invece nel campo di miracoli e magie, comparti integralmente svecchiati, rivisti nelle meccaniche e ricchi di contenuti nuovi ed interessantissimi.
- I nemici presenti sono vari e diversificati: in questo specifico campo emerge la volontà di From di riversare anni di expertise in campo videoludico nel mondo di gioco, inserendo avversari ispirati sia ai Dark Souls sia a Bloodborne.
- L'esplorazione è divertente e remunerativa: a mio parere essa va inquadrata, isolata e distinta dal classico open world degli ultimi anni poiché alla mappa dettagliata e ricca di icone di quest'ultimi che inevitabilmente incardinano il giocatore su percorsi e binari definibili a priori, se ne oppone una "muta" e che inizia a rivelare informazioni e punti d'interesse solo dopo che il giocatore ha effettivamente lanciato il proprio personaggio in un pellegrinaggio cieco ed errabondo. Inoltre l'esplorazione apre la possibilità di godere di scorci e aree mozzafiato.
- Alcuni Boss: è ovvio che in un gioco ci siano scontri memorabili, discreti e mediocri ed Elden Ring non sfugge a questa prassi; alcune battaglie sono memorabili sia per il boss in sé sia per l'ambientazione in cui si svolgono gli scontri.
- Le armi e le armature sono forse le migliori mai viste a livello estetico: ogni giocatore troverà gli equipaggiamenti che più lo aggradano data la molteplicità sconfinata di fonti d'ispirazione alle quali essi sono ispirati.
- Costruzione delle ambientazioni: molti giocatori di vecchia data erano spaventati dalla possibilità di non ritrovare l'interconnessione tra aree di gioco che tanto aveva contraddistinto i vecchi Souls. In realtà si è andati ben oltre poiché non solo le varie grandi strutture sono costruite con attenzione e cura, ma le regioni stesse dell'Interregno presentano diversi gradi di verticalità. L'attenzione a questo aspetto è tangibile e rivaleggia con il glorioso Dark Souls per la coerenza nella realizzazione e per lo sforzo mirabile di creare aree geograficamente realistiche e credibili.

Parliamo ora di ciò che non funziona e che meriterebbe la giusta attenzione da parte di From:
- Il lato tecnico è traballante: personalmente, a livello di performance, non ho rilevato particolari problemi, anzi il gioco si è dimostrato estremamente solido (non ho un pc eccessivamente potente, anzi). Graficamente si nota la necessità di coniugare la vecchia generazione di console con la nuova, ergo la grafica è gradevole, ma non al passo con i tempi. A mio parere ciò non è né un dramma né un problema, ma lo scrivo per onor di cronaca. La telecamera è il solito disastro: in questo caso, purtroppo, non ci sono attenuanti poiché si poteva e si "doveva" fare di più. Non si può continuare a mettere il giocatore nella spiacevole condizione di affrontare sia il boss sia la telecamera.
- I danni sono eccessivi: ripeto, gioco ai souls da 9 anni e la difficoltà non mi ha mai spaventato né mi ha mai impedito di godere di questi fantastici giochi, ma in questo caso va rilevato che, purtroppo, i ragazzi di From, da una parte del gioco in poi, hanno perso il controllo della situazione. I nemici arrecano una quantità di danni inspiegabile ed assolutamente non in linea con i precedenti titoli. Mi sono trovato più di una volta a soccombere dopo pochissimi colpi pur vestendo amuleti che aumentavano l'assorbimento dei danni ed armature pesanti. Questo è forse il difetto maggiore e meritevole di revisione al più presto.
- Alcuni Boss: sembra contraddittorio segnalare i boss sia come un pregio sia come un difetto, ma in realtà Elden Ring presenta alcuni scontri realmente odiosi e pessimamente studiati. I problemi principali sono mosse che uccidono in un colpo solo, primo elemento realmente frustrante, ed una pessima gestione della telecamera. Per il primo aspetto c'è poco da dire, sono scelte di gameplay poco comprensibili, ma rientranti nella sfera del gusto soggettivo; per il secondo invece ci troviamo dinnanzi ad una colpa oggettiva che rende alcuni boss difficili da affrontare non tanto per la complessa concatenazione di attacchi, ormai presente in ogni boss, anche in quelli minori, ma per la difficoltà di visualizzare e prevedere gli attacchi a causa di inquadrature traballanti e incerte. Inoltre ci sono un pò troppi boss ripetuti, situazione soprattutto presente nei dungeons, ma in realtà questo aspetto non mi ha particolarmente infastidito.

In conclusione consiglierei Elden Ring? Assolutamente sì !
Non si può esprime la moltitudine di stimoli che si ricevono dall'esplorazione dell'Interregno, né si riesce a spiegare l'emozione suscitata dall'osservazione di alcuni scenari. Stiamo parlando di un mondo di gioco che a mio parere detterà gli standard futuri per quanto riguarda la raffinatezza compositiva e la straordinarietà dell'estetica. Elden Ring, con i suoi pro ed i suoi contro, rappresenta, ad oggi, una delle vette del cosiddetto "artigianato videoludico". La grandiosità di quanto fatto è realmente stupefacente e proprio per tale motivo vedere un damage system così irrealistico o una telecamera (ancora e per l'ennesima volta) così rozza fa arrabbiare in modo particolare, perché sarebbe bastato davvero poco per creare un gioco ancor più eccezionale di quanto esso già non lo sia. Ma oltre a questi due veri problemi il resto è assolutamente incredibile e meritevole non solo di essere provato, ma di essere giocato con la più profonda attenzione.