Dopo due lunghissimi anni d’attesa e tanti dubbi, il remake di Silent Hill 2 è finalmente arrivato sugli scaffali.

I ragazzi di Bloober Team avevano l’arduo compito di riproporre il “padre” del genere horror in chiave moderna. Ci saranno riusciti?

Silent Hill 2 ci catapulta nei panni di James Sunderland, un uomo sulla trentina che giunge nella cittadina di Silent Hill dopo aver ricevuto una lettera dalla moglie, morta tre anni prima, in cui gli chiede di tornare nel luogo dove avevano condiviso così tanti ricordi.

A livello puramente grafico, Silent Hill 2 Remake si presenta come un capolavoro senza precedenti, soprattutto grazie all’aiuto dell’Unreal Engine 5. L’atmosfera, tanto amata dai fan dell’originale, è rimasta intatta e, in alcuni casi, persino migliorata. Gli ambienti sono stati completamente ricreati per rendere il gameplay più fluido e facilitare la navigazione all’interno delle varie aree del gioco. Oltre a questo, sono stati arricchiti di dettagli che, talvolta, contribuiscono silenziosamente alla narrazione.

Nonostante fosse importante non snaturare l’identità del gioco originale, anche il creature design è stato ritoccato. Masahiro Ito si è occupato personalmente di questo, lavorando sui mostri che lui stesso aveva disegnato oltre 24 anni fa.

Come ogni buon gioco horror, anche Silent Hill 2 Remake ha bisogno di un comparto audio pressoché perfetto, capace di terrorizzare chi gioca con effetti sonori al momento giusto. Anche in questo caso Bloober Team è riuscita a modernizzare il sound design che caratterizzava fortemente l’opera originale, senza però alterarne troppo l’identità. La colonna sonora ha ricevuto un trattamento simile, con Akira Yamaoka (lo stesso compositore dell’originale) che ha potuto rimettere mano alle musiche e, in alcuni casi, crearne di nuove.

Uno dei punti su cui i fan avevano più dubbi, soprattutto dopo aver visto il combat trailer del titolo, era proprio il combattimento. Nel gioco originale, questo rappresentava sicuramente uno dei più grandi — se non il più grande — punti deboli, penalizzato da un sistema rigido e legnoso, che falliva nel dare le giuste sensazioni al giocatore. Silent Hill 2 Remake sopperisce in parte a queste problematiche, proponendo un combat system che, pur rimanendo molto semplice e senza troppe pretese, riesce comunque a trasmettere le giuste sensazioni, soprattutto per quanto riguarda le armi melee e il feedback dei relativi colpi. Anche per quanto riguarda le armi da fuoco, sono state introdotte delle novità, come ad esempio le reazioni dei nemici ai colpi sparati in diverse parti del corpo.

Diverso è il discorso quando si parla della quantità di nemici, che andando avanti nel gioco aumentano sempre di più, penalizzando così in parte l’atmosfera e causando una certa ripetitività, soprattutto nella parte finale.

A livello narrativo, il gioco è rimasto sostanzialmente lo stesso. Konami e Bloober Team hanno però deciso di dare nuovi volti e nuove voci ai personaggi. In particolare, il lavoro di doppiaggio è stato completamente rifatto per offrire un’esperienza più moderna e coerente con la nuova direzione artistica.

Oltre alla ripetitività del combat, un altro dei problemi che sembrano affliggere questo remake è sicuramente l’ottimizzazione, anche a causa dell’Unreal Engine 5. Il nuovissimo motore grafico è sicuramente uno dei punti chiave che ha permesso al team di sviluppo di creare delle ambientazioni mozzafiato, ma al tempo stesso è estremamente esigente in termini di requisiti hardware. Molti giocatori si sono infatti lamentati delle performance in diverse aree del gioco.

In conclusione, ritengo che Bloober Team sia riuscita in un’impresa per nulla facile, donando nuovamente vigore a una saga che è rimasta dormiente per fin troppi anni, ma che è ancora in grado di contribuire molto al panorama videoludico.